World Capital presenta i diversi scenari del turismo italiano, che si potrebbe riprendere se chi nel 2019 ha viaggiato all’estero spendesse la stessa cifra nel nostro Paese nel 2020 e 2021. A soffrire di più, le città d’arte e il turismo business. A tenere meglio i 4-5 stelle al mare e in montagna.
di Evelina Marchesini
Il turismo italiano affonda sotto il peso di Covid19 e ad oggi, dei circa 45 miliardi di euro che gli stranieri spendono nel nostro Paese, un terzo è imputabile a viaggiatori extraeuropei: considerando i dati Iata, se l’emergenza Coronavirus continuerà, si rischia nel 2020 di ipotecare quasi il 30% della spesa turistica entrante in Italia. E ciò solo considerando la spesa degli stranieri. Ma non solo.
L’impatto sulle strutture alberghiere sarà molto forte nel 2020. In termini immobiliari, le perdite vanno dal 12% al 27%, con i disastri maggiori per gli hotel a quattro stelle, seguiti dai tre stelle e con un impatto inferiore sui cinque stelle. L’impatto sugli investimenti immobiliari nel settore turistico in Italia è poi calcolabile, allo stato attuale e senza correttivi, in un – 45-50% (2020 su 2019, stime).
In tutto questo c’è però una buona notizia: modelli previsivi alla mano, la ripresa della seconda parte dell’anno e il rimbalzo del 2021 potranno compensare le perdite dovute alla situazione sanitaria, ma solo a patto che gli italiani che l’anno scorso hanno trascorso le vacanze all'estero spendano la stessa somma in Italia sia quest’anno sia nel 2021. Un'ipotesi che, per essere plausibile, dovrebbe trovare una base in eventuali incentivi fiscali verso la spesa in patria. I dati e le elaborazioni sono contenute in un report esclusivo di World Capital, che Il Sole 24 Ore è in grado di anticipare. Ecco i dettagli.
In tutto questo c’è però una buona notizia: modelli previsivi alla mano, la ripresa della seconda parte dell’anno e il rimbalzo del 2021 potranno compensare le perdite dovute alla situazione sanitaria, ma solo a patto che gli italiani che l’anno scorso hanno trascorso le vacanze all'estero spendano la stessa somma in Italia sia quest’anno sia nel 2021. Un'ipotesi che, per essere plausibile, dovrebbe trovare una base in eventuali incentivi fiscali verso la spesa in patria. I dati e le elaborazioni sono contenute in un report esclusivo di World Capital, che Il Sole 24 Ore è in grado di anticipare. Ecco i dettagli.
L’ipotesi
Secondo World Capital, qualora tutti i turisti italiani che nel 2019 si sono diretti verso mete estere rimanessero in Italia nel 2020, sarebbero in grado di compensare le presenze turistiche straniere registrate in Italia nel 2019, che si ipotizza possano ridursi del 92% nel 2020 (questo scenario si basa sull’assunzione che nel 2020 i turisti stranieri viaggeranno in Italia solo tra gennaio e febbraio, mesi in cui nel 2019 è stato registrato l’8% delle presenze totali annuali). E in termini di spesa? L’effetto non è altrettanto potente. Secondo World Capital, se tutto ciò che hanno speso i turisti italiani all’estero nel 2019 rimanesse su territorio nazionale, non sarebbe sufficiente a compensare i quasi 45 miliardi di euro di spesa turistica degli stranieri. Ma se tutti gli italiani diretti verso l’estero nel 2019 viaggiassero in Italia nel 2020, apporterebbero 27 miliardi e sarebbero in grado di limitare le perdite complessive del settore a 12,6 miliardi di euro.
Secondo World Capital, qualora tutti i turisti italiani che nel 2019 si sono diretti verso mete estere rimanessero in Italia nel 2020, sarebbero in grado di compensare le presenze turistiche straniere registrate in Italia nel 2019, che si ipotizza possano ridursi del 92% nel 2020 (questo scenario si basa sull’assunzione che nel 2020 i turisti stranieri viaggeranno in Italia solo tra gennaio e febbraio, mesi in cui nel 2019 è stato registrato l’8% delle presenze totali annuali). E in termini di spesa? L’effetto non è altrettanto potente. Secondo World Capital, se tutto ciò che hanno speso i turisti italiani all’estero nel 2019 rimanesse su territorio nazionale, non sarebbe sufficiente a compensare i quasi 45 miliardi di euro di spesa turistica degli stranieri. Ma se tutti gli italiani diretti verso l’estero nel 2019 viaggiassero in Italia nel 2020, apporterebbero 27 miliardi e sarebbero in grado di limitare le perdite complessive del settore a 12,6 miliardi di euro.
L’impatto sull’immobiliare
Il dipartimento ricerca World Capital ha elaborato un’analisi riguardo le possibili variazioni dei “costi immobiliari” a camera per strutture 3, 4 e 5 stelle nelle principali destinazioni di mare, montagna e città in Italia, partendo dai valori registrati nel 2019 e stimando quelli del 2020 e 2021. L’ipotesi su cui si basa l’analisi per il 2020 è che la stagione turistica potrebbe ripartire ad agosto e che sarà caratterizzata da soli turisti italiani e che chi nel 2019 aveva scelto di viaggiare verso l’estero e nel 2020 invece sceglierebbe di restare sul territorio nazionale. Il “costo immobiliare” esprime in sostanza il valore di ogni camera in base ai flussi finanziari presenti e futuri che una struttura è in grado di sostenere in base alla domanda e alla capacità della specifica destinazione di produrre reddito e di attrarre turisti considerando i suoi landmarks, la filiera turistica e il sentiment dei turisti stessi. World Capital precisa che, oltre alla capitalizzazione tradizionale del reddito basata sul mercato, viene considerata l’attualizzazione di una specifica proiezione di reddito, ovvero il reddito presunto che l’attività sarà in grado di generare nel breve termine (income approach).
Il dipartimento ricerca World Capital ha elaborato un’analisi riguardo le possibili variazioni dei “costi immobiliari” a camera per strutture 3, 4 e 5 stelle nelle principali destinazioni di mare, montagna e città in Italia, partendo dai valori registrati nel 2019 e stimando quelli del 2020 e 2021. L’ipotesi su cui si basa l’analisi per il 2020 è che la stagione turistica potrebbe ripartire ad agosto e che sarà caratterizzata da soli turisti italiani e che chi nel 2019 aveva scelto di viaggiare verso l’estero e nel 2020 invece sceglierebbe di restare sul territorio nazionale. Il “costo immobiliare” esprime in sostanza il valore di ogni camera in base ai flussi finanziari presenti e futuri che una struttura è in grado di sostenere in base alla domanda e alla capacità della specifica destinazione di produrre reddito e di attrarre turisti considerando i suoi landmarks, la filiera turistica e il sentiment dei turisti stessi. World Capital precisa che, oltre alla capitalizzazione tradizionale del reddito basata sul mercato, viene considerata l’attualizzazione di una specifica proiezione di reddito, ovvero il reddito presunto che l’attività sarà in grado di generare nel breve termine (income approach).
Hotel al mare
Le perdite del costo immobiliare per camera nel 2020 sarebbero pari al 24% per i 3 stelle (da 83mila a 63mila euro), al 27% per i 4 stelle (da 149mila a 118mila euro) e al 12% per i 5 stelle (da 293mila a 262mila euro). Mantenendo le stesse ipotesi per il 2021, ci sarebbe però una ripresa complessiva del periodo 2019-2021. Nel 2021 infatti gli stessi costi immobiliari salirebbero a 86mila euro per i 3 stelle (+27% annuale), a 163mila per i 4 stelle (+28%) e a 336mila per i 4 stelle (+22%). Se si considera la variazione complessiva 2019-2021, essa è positiva per tutte e tre le categorie analizzate: +3,3% per i 3 stelle, +8,4% per i 4 stelle e +12,8% per i 5 stelle.
Le perdite del costo immobiliare per camera nel 2020 sarebbero pari al 24% per i 3 stelle (da 83mila a 63mila euro), al 27% per i 4 stelle (da 149mila a 118mila euro) e al 12% per i 5 stelle (da 293mila a 262mila euro). Mantenendo le stesse ipotesi per il 2021, ci sarebbe però una ripresa complessiva del periodo 2019-2021. Nel 2021 infatti gli stessi costi immobiliari salirebbero a 86mila euro per i 3 stelle (+27% annuale), a 163mila per i 4 stelle (+28%) e a 336mila per i 4 stelle (+22%). Se si considera la variazione complessiva 2019-2021, essa è positiva per tutte e tre le categorie analizzate: +3,3% per i 3 stelle, +8,4% per i 4 stelle e +12,8% per i 5 stelle.
Hotel in montagna
Per i monti, le perdite del costo immobiliare per camera nel 2020 sarebbero pari al 25% per i 3 stelle (da 71mila a 57mila euro), al 17% per i 4 stelle (da 119mila a 102mila euro) e al 10% per i 5 stelle (da 317mila a 290mila euro). Mantenendo le stesse ipotesi per il 2021, ci sarebbe però una ripresa complessiva del periodo 2019-2021. Nel 2021 infatti gli stessi costi immobiliari salirebbero a 75mila euro per i 3 stelle (+25% annuale), a 134mila per i 4 stelle (+24%) e a 365mila per i 4 stelle (+21%). Considerando la variazione complessiva 2019-2021, sarebbe positiva per tutte e tre le categorie analizzate: +5,9% per i 3 stelle, +11,2% per i 4 stelle e + 13,2% per i 5 stelle.
Per i monti, le perdite del costo immobiliare per camera nel 2020 sarebbero pari al 25% per i 3 stelle (da 71mila a 57mila euro), al 17% per i 4 stelle (da 119mila a 102mila euro) e al 10% per i 5 stelle (da 317mila a 290mila euro). Mantenendo le stesse ipotesi per il 2021, ci sarebbe però una ripresa complessiva del periodo 2019-2021. Nel 2021 infatti gli stessi costi immobiliari salirebbero a 75mila euro per i 3 stelle (+25% annuale), a 134mila per i 4 stelle (+24%) e a 365mila per i 4 stelle (+21%). Considerando la variazione complessiva 2019-2021, sarebbe positiva per tutte e tre le categorie analizzate: +5,9% per i 3 stelle, +11,2% per i 4 stelle e + 13,2% per i 5 stelle.
Hotel in città e turismo business
Utilizzando le stesse ipotesi e gli stessi modelli, la variazione complessiva 2019-2021 sarebbe positiva per tutte e tre le categorie di hotel in città: +1,4% per i 3 stelle, +3,8% per i 4 stelle e + 4,8% per i 5 stelle. Il turismo puramente business, però, avvertono da World Capital, non avrà facile ripresa neanche nel 2021.
Utilizzando le stesse ipotesi e gli stessi modelli, la variazione complessiva 2019-2021 sarebbe positiva per tutte e tre le categorie di hotel in città: +1,4% per i 3 stelle, +3,8% per i 4 stelle e + 4,8% per i 5 stelle. Il turismo puramente business, però, avvertono da World Capital, non avrà facile ripresa neanche nel 2021.
Le possibilità di ripresa del settore, dunque, ci sono e le intenzioni degli italiani sono di voler fare una vacanza in Italia quando finirà l’emergenza sanitaria, anche se una buona parte pensa che non avrà abbastanza soldi. Ecco allora che gli incentivi giocano un ruolo primario. Quali? Detrazione della spesa dei soggiorni in Italia dal 730, buoni viaggio, sconti sui mezzi di trasporto per le vacanze eco-sostenibili sono alcuni dei suggerimenti di World Capital.
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